Valutazione del rischio rumore, cosa dice la Legge 81/2008 e come proteggere i dipendenti durante il lavoro
Novembre 24, 2022Il rumore ha una origine sia naturale, sia artificiale che talvolta potrebbe rappresentare un disturbo non indifferente e un problema per la salute dell’uomo. Per questo, il rischio rumore rappresenta un aspetto da considerare per tutte le aziende.
In ambito aziendale e professionale i dipendenti che lavorano in un contesto rumoroso possono sviluppare delle patologie come l’ipoacusia o la sordità, perciò occorre controllare accuratamente qualsiasi fonte di pericolo presente nell’ambiente.
L’argomento è talmente importante che esiste una normativa che riporta un elenco di valori che devono essere rispettati e continuamente monitorati sul posto di lavoro. La legge di riferimento sul controllo del rischio rumore è espressa nel D.Lgs. 81/2008, il quale comunica tutti i rischi e le valutazioni da effettuare durante l’analisi della rumorosità.
Con l’aiuto di Pageambiente, società di consulenza specializzata nella valutazione rischio rumore per le imprese abbiamo realizzato questa analisi della normativa citata per capire in che modo è possibile limitare il rischio di rumore sui luoghi di lavoro.
Cosa dice la normativa del D.Lgs 81/2008
Quando si parla di valutazione del rischio rumore si intende la procedura grazie alla quale viene effettuata una verifica o analisi dei livelli espositivi a rumori forti da parte dei dipendenti aziendali o impiegati, i quali lavorano in determinati contesti, reparti o aree che potrebbero essere estremamente caotiche e chiassose, per la presenza di macchinari assordanti.
Questo tipo di studio vuole accertare quali siano i livelli di rumore o vibrazioni che rendono, di conseguenza, un ambiente lavorativo rischioso a tal punto da poter nuocere alla salute. Per questo esiste una normativa specifica, la Legge 81/2008, che determina i limiti in cui devono rimanere i rumori ammessi in azienda, gli strumenti certificati da utilizzare per la valutazione (i fonometri), il bisogno di sorveglianza sanitaria sui lavoratori in caso di problematiche e i mezzi per proteggersi se ci dovessero essere vibrazioni molto forti. Le valutazioni del rischio rumore e vibrazioni si possono anche effettuare senza delle misurazioni di tipo fonometrico: in questo caso, i livelli di rumore devono essere molto bassi, perciò possono essere anche analizzati secondo tecniche standard e meno complesse (ad esempio in uffici amministrativi, laboratori eccetera).
Il relativo documento sull’analisi dei rischi deve essere rinnovato ogni quattro anni, soprattutto in caso di cambiamenti in strutture lavorative che operano con l’avanzamento di tecnologie, lo sviluppo degli strumenti e apparecchi utilizzati dai dipendenti all’interno della ditta, con anche un aggiornamento periodico delle conseguenti visite di controllo da parte di enti sanitari certificati.
Come e quando fare la valutazione del rumore
Il rischio di rumori forti e vibrazioni è presente quando si utilizzano strumenti di una certa pericolosità o tipologia, come i trapani, le seghe elettriche, i martelli pneumatici, i carrelli elevatori, i dispositivi meccanici oppure le macchine come compressori o trattori. Solitamente, se i contesti lavorativi in cui vengono adoperati strumenti come questi non vengono controllati da procedure atte alla valutazione rischio rumore e vibrazioni, questi potrebbero causare patologie o disturbi ai lavoratori quali sordità, irascibilità sul lavoro, nervosismo, insonnia o altri effetti collaterali.
Perciò, la valutazione del rischio rumore deve avvenire quando i luoghi di lavoro presentano casi simili, secondo una pratica ben precisa: per analizzare al meglio qualsiasi livello di rumore, si deve verificare la pressione acustica dello strumento utilizzato, la durata di esposizione al rumore da parte del lavoratore, il livello di esposizione quotidiano dei dipendenti (i giorni e le settimane) ed infine fare una perizia sui DPI adoperati.
Le onde sonore che vengono create dal rumore vengono analizzate e conteggiate in base all’ampiezza e alla frequenza dello stesso, definendo così altri due fattori di misurazione essenziali. Infine, secondo i livelli constatati, si definiscono così le condizioni di rischio del rumore, agendo di conseguenza sulle modalità lavorative, le attrezzature da adoperare ed infine la sorveglianza sui dipendenti, utile per la loro salvaguardia sanitaria.